È la stanza di tutte noi.
È la sede da cui siamo partite per tante manifestazioni femministe e lesbiche.
È il luogo dove immaginiamo e costruiamo un mondo senza la violenza degli uomini sulle donne.
È lo spazio collettivo che tutte noi vogliamo difendere.
La sede al numero civico 22 di via dei Volsci a Roma fa parte della grande occupazione politica e abitativa di via dei Volsci del 1977. Le compagne e i compagni dei comitati dall’Autonomia operaia occuparono la palazzina al numero 20 e 6 locali accessibili direttamente sulla strada.
Al numero 22 si incontrava l’ADR, l’Agenzia di Documentazione contro la Repressione.
Nel 1986 le compagne della nuova trasmissione radiofonica Speciale Donna di Radio Onda Rossa (87.9 FM) iniziarono ad usare il 22 per preparare le trasmissioni. La trasmissione prende poco dopo il nome Il sussurro di Cassandra, divenuto poi semplicemente Cassandra.
Il 22 iniziò così la sua storia di sede politica femminista. Poco dopo furono fatti dei lavori di risistemazione.
Dalla fine degli anni ’80-inizio degli anni ‘90 la sede del 22 venne usata da vari gruppi e collettivi e dal Coordinamento dei collettivi femministi romani, l’assemblea cittadina che si incontrava anche all’aula occupata nella facoltà di fisica dell’università La Sapienza, e successivamente alle Aulette blu della facoltà di biologia.
Tra i gruppi che nei primi anni ’90 abitavano il 22 ci sono il gruppo di riflessione sull’immagine Le mosse rosse e il Collettivo femminista universitario “Speriamo che sia femmina”, che si è riunito al 22 settimanalmente almeno fino alla fine degli anni ’90.
Dal 1994 ad oggi il Martedì Autogestito da Femministe e Lesbiche di Radio Onda Rossa vi tiene regolarmente le proprie riunioni.
Verso la fine degli anni ’90 il gruppo La Cantiera rimette a nuovo la sede del 22: viene tolta la serranda e inizia la lunga stagione delle porte!
Nel 2002-2003 le compagne di alcuni gruppi e collettivi, tra cui Le Rosse dei Castelli, le compagne del Centro Donna L.I.S.A. e il Collettivo universitario La Mela di Eva diedero vita all’Assemblea delle donne dei consultori di Roma e provincia che si vedeva al 22, e organizzarono la campagna di “raccolta degli opuscoli” antiabortisti fatti dalla Regione Lazio: furono ricreate le assemblee delle donne dei consultori e da ottobre 2002 a maggio 2003 si arrivò a recuperare dai consultori tutti gli orrendi opuscoli e a restituirli al mittente.
Contemporaneamente, e in continuità con quest’esperienza, nel 2003 nasce l’Assemblea femminista del 22, che da vita al progetto Archivia, finalizzato a raccogliere e conservare al 22 il materiale del movimento femminista dagli anni ’90 in poi. Attualmente il progetto è sospeso e i materiali sono stati trasferiti altrove per evitarne la dispersione o il danneggiamento. Dal 2006 l’Assemblea prende il nome di Assemblea femminista e lesbica del 22 e si riunisce fino al 2011, organizzando varie iniziative, tra cui ricordiamo una due giorni sulla resistenza delle donne in occasione del 25 aprile, con deposizione di una lapide in ricordo delle donne uccise a Piramide sul ponte di ferro. Tra i temi di discussione più importanti del gruppo c’è stato quello della salute e del potere medico: il gruppo ha anche pubblicato un opuscolo di controinformazione sulla pillola del giorno dopo, ha realizzato con altri gruppi di Roma una mappatura dei prontosoccorso in cui veniva data/negata la pillola, e per circa due anni è stata un punto di riferimento per molte donne che ne avevano bisogno, cercando di trovare soluzioni in forma autogestita.
Per vari anni, la sede ha anche ospitato le riunioni di altri collettivi, tra cui la Mela di Eva e Luna e le Altre.
Nel 2007-2008 il 22 è stato anche uno dei luoghi di incontro cittadino dell’Assemblea romana di femministe e lesbiche, cioè delle Sommosse romane, percorso femminista e lesbico nazionale che ha dato origine alle due grandi manifestazioni contro la violenza sulle donne del 24 novembre 2007 e del 22 novembre 2008 e all’incontro di discussione nazionale FLAT (Femministe e Lesbiche ai Tavoli) della primavera del 2008.
Nel 2010 il 22 ha ospitato le riunioni del gruppo Donne femministe e lesbiche contro i CIE (centri di identificazione ed espulsione) che ha sostenuto la ribellione d alcune donne detenute nei CIE che avevano avuto la forza di denunciare le violenze subite nei centri, e la lotta più ampia portata avanti a Roma e in tutta Italia contro questi lager di Stato.
Dal 2011 il 22 ospita anche le riunioni della Coordinamenta femminista e lesbica di collettivi e singole, che ha pubblicato un opuscolo contro la violenza sulle donne, organizzato varie iniziative tra cui due incontri nazionali separati, e gestisce la trasmissione Il nome delle cose su Radio Onda Rossa.
Nel 2013 il 22 ha ospitato anche le riunioni del Collettivo femminista Le Ribellule e del Collettivo Le ortiche.
La sede del 22 è quindi una sede politica di donne e lesbiche, utilizzata principalmente per riunioni, assemblee cittadine, assemblee nazionali e rappresenta da sempre un luogo stabile ed accessibile a tutte per costruire iniziative politiche, organizzare campagne specifiche, dare vita a progetti culturali o ricreativi.
Da 25 anni ci incontriamo al 22 per rispondere agli attacchi contro la nostra libertà ed autodeterminazione, per intrecciare esperienze di lotta contro la violenza sulle donne, per sviluppare e condividere una pratica politica, culturale ed esistenziale femminista e lesbica.
Ricordiamo alcune iniziative:
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le manifestazioni notturne del 7 marzo del ’92, ’93, ’94 e ’95 e per organizzare la grande manifestazione del 3 giugno ’95 (in cui le pari opportuniste scipparono il palco alle compagne)
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la realizzazione dell’Agenda Memoria (1995);
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le mobilitazioni (con attacchinaggio di manifesti) contro la “sentenza dei jeans”;
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il gruppo di lavoro contro la guerra nei Balcani (1996-1997);
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la campagna contro le Banche armate (1999);
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il seminario all’università La Sapienza “Il genere come chiave di lettura transdisciplinare” (1999);
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il seminario all’università La Sapienza “Donne, conflitti, migrazioni” (2000);
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la presa di posizione pubblica contro gli stupri e le violenze contro le donne all’interno del movimento;
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la campagna Roberta libera (2001-2002);
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l’organizzazione delle manifestazioni notturne di femministe e lesbiche dell’8 marzo 2007 (prima manifestazione di femministe e lesbiche romane) e del 7 marzo 2008;
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l’organizzazione dello spezzone femminista e lesbico ai pride del 2007 e 2008;
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le riunioni preparatorie a tante mobilitazioni in solidarietà con donne sopravvissute alla violenza degli uomini, per appoggiarle nella loro scelte di autodifesa tra cui lunghi e difficili processi nelle aule dei tribunali.
Pur non essendo mai stato uno spazio sociale in senso stretto, il 22 ha anche ospitato ed ospita serate, proiezioni, dibattiti, laboratori, cene, feste.
Inoltre, essendo inserita in un territorio vivo come il quartiere di San Lorenzo, ha anche rappresentato, soprattutto negli anni ’90, un punto di riferimento per le donne del quartiere, che si rivolgevano alle compagne del 22 per chiedere aiuto e sostegno, o per denunciare uomini molesti verso di loro o verso le loro figlie. Nell’ultimo decennio questo legame con le donne del quartiere è diventato molto più problematico e diradato, parallelamente ai grandi cambiamenti intervenuti nella composizione sociale e nella vita del quartiere e a un ritorno nella dimensione privata/familistica/lavorista/precaria che ha investito tanto le compagne che le donne più in generale.
Anche per aprire lo spazio al quartiere e a donne e lesbiche di ogni provenienza, nel 2012 il 22 ha sperimentato laboratori di disegno, fotografia e teatro. Nel 2013 è stato aperto con cadenza bisettimanale come spazio sociale e di condivisione creativa per laboratori autogestiti di disegno, knitting-guerrilla, arti plastiche o semplicemente per incontro e chiacchiere prendendo il tè o un aperitivo. Attualmente è aperto ogni 22 del mese per le serate 22 al 22.
Dopo anni di tentativi di sgombero e tentativi di vendite all’asta delle sedi politiche di via dei Volsci, nel 2009 è stato notificato lo sgombero per la nostra sede del 22.
La sede è di proprietà di una società immobiliare fallita che a sua volta l’aveva comperata da un altro fallimento immobiliare. Attualmente è pignorata da una banca che vorrebbe metterla all’asta e venderla. Questa catena di speculazioni si ripete da vent’anni, in una città in mano a costruttori senza scrupoli e palazzinari. Dal 2009 difendiamo la sede con continue colazioni resistenti ogni uno/due mesi per cacciare l’ufficial@ giudiziari@ di turno ed impedirgli di entrare nella sede, prenderne le misure e metterla in vendita all’asta.
Abbiamo anche intrapreso (tra mille discussioni e perplessità) una causa di usucapione per rivendicare la proprietà (!) della sede: il 22 è nostro da quasi 30 anni, ne abbiamo bisogno, lo abitiamo e in ogni caso non ce ne andiamo!
L’esperienza dei collettivi, dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne testimonia la centralità degli spazi fisici nei percorsi di liberazione delle donne e delle lesbiche.
Dal 2009 siamo quindi impegnate nella denuncia di questo tentativo inaccettabile di chiusura di uno dei pochissimi spazi politici per donne e lesbiche a Roma, un luogo liberato dall’ingerenza patriarcale, da costrizioni monetarie, dal controllo politico, fondamentale per la costruzione di percorsi di lotta contro l’oppressione di genere e contro la violenza sulle donne, spazio separato vitale per la nostra autonomia di pensiero, azione e autodeterminazione.
Sostieni la nostra lotta! Sostieni gli spazi di donne e lesbiche! Sostieni il 22!
Per contribuire a integrare questa storia collettiva (work in progress) scrivi a 22resiste@autistiche.org