TOCCANO UNA TOCCANO TUTTE Assemblea cittadina contro la violenza degli uomini sulle donne – 10 novembre 2013 alle 12 al 22 Spazio liberato di femministe e lesbiche

Il 12 febbraio 2012, in una discoteca di Pizzoli (L’Aquila), una
giovane donna di 20 anni è stata stuprata e ridotta in fin di vita.

Per questa violenza è stato processato Francesco Tuccia, un militare in
servizio all’Aquila nel quadro dell’operazione “Strade Sicure”,
inaugurata nel 2008 e imposta a L’Aquila nel dopo terremoto. Con lui
quella sera c’erano altri 2 militari, mai indagati né ascoltati ,
uno, figlio di un vice commissario e l’altro, nipote di un magistrato.

La ragazza è stata ridotta in fin di vita e le sono state procurate
lesioni gravissime e permanenti.

Il 18 ottobre 2012 a l’Aquila si è aperto il processo, svoltosi a
porte chiuse.
Quel giorno eravamo lì al tribunale de L’Aquila. Abbiamo presidiato
quel tribunale ogni volta per dire che la violenza contro le donne,
agita da uomini, con o senza divisa, ci riguarda tutte. Uomini,
militari. La divisa è solo l’ulteriore aggravante.

Abbiamo presidiato quel tribunale perché una di noi è lì e non
vogliamo lasciarla sola, in una dinamica processuale che si rivela
sempre e comunque contro di noi, perché è parte di un sistema che usa,
sfrutta e violenta le donne per autoriprodursi.

Con l’udienza del 31 gennaio 2013 si è concluso il primo grado del
processo con una sentenza di condanna a 8 anni per violenza sessuale e
lesioni gravi.

Ad oggi, Tuccia, ai domiciliari dai primi di giugno senza alcuna
restrizione, sta lavorando presso una associazione in quel di Altavilla
Irpinia (provincia di Avellino), suo luogo di origine.

La corte d’appello ha stabilito per il 6 dicembre 2013 l’inizio
delle udienze di appello.

Tante sono le connivenze, gli intrecci e le protezioni reciproche in
questa “vicenda”, sul piano politico e non solo. Tante sono le
domande, sul “non coinvolgimento” degli altri 2 militari lì con
Tuccia quella notte, sui “molteplici ruoli” degli avvocati di Tuccia
sul territorio aquilano e non solo e sulle responsabilità di quello che
è successo all’interno dell’ospedale la notte in cui la ragazza è
stata portata lì.

Tante e complesse sono le riflessioni scaturite a partire da noi. E
proprio perché non crediamo nella giustizia dei tribunali, ma crediamo
e pratichiamo la vicinanza e la solidarietà tra donne, e sappiamo e
riconosciamo che la forza delle donne, dentro e fuori i tribunali,
ovunque, viene da noi stesse e dalle relazioni con le altre, stiamo
continuando a costruire un percorso di riflessione e lotta!

A PARTIRE DA QUI INVITIAMO TUTTE A PARTECIPARE AD UNA ASSEMBLEA
CITTADINA

IL PROSSIMO 10 NOVEMBRE ALLE 12.00 AL 22 IN VIA DEI VOLSCI 22 A ROMA

COMPAGNE FEMMINISTE E LESBICHE

MILITARIALLAQUILA@ANCHE.NO

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